La tiroidite di Hashimoto a lenta e rapida combustione

Dr.Vincenzo Piazza – Specialista Endocrinologo

Dr. Lavinia Piazza – Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera, Università degli Studi di Messina, Messina, Italia

Tiroidite di Hashimoto

Introduzione

La tiroidite di Hashimoto non è un’entità unica, ma comprende uno spettro di diversi fenotipi clinici, con diversi genotipi e diversa e variabile evolutività.1,2
Nella pratica clinica quotidiana si riscontrano due forme principali:

Differenze genetiche principali

Associazione con HLA:

La tiroidite di Hashimoto a lenta progressione (a volte gozzigena) è più spesso associata agli alleli HLA-DR5 e HLA-DR3, ma con una distribuzione variabile a seconda della popolazione.5
La forma atrofica rapida mostra una più forte associazione con HLA-DR3 e HLA-DR15 (DR2). In alcuni studi, anche HLA-B8 risulta più frequente.6

Altri geni immunoregolatori

Nella tiroidite atrofica è stata osservata una maggiore frequenza di polimorfismi nei geni che regolano la risposta T-helper:

Nella forma lenta queste varianti possono essere presenti, ma con un impatto meno marcato sull’aggressività immunologica.

Risposta autoimmune differente:

nella forma atrofica rapida prevale la risposta cellulo-mediata Th1 (linfociti T citotossici con distruzione follicolare precoce ad evoluzione fibrotica). Nella forma a lenta progressività, invece, è più marcata la risposta autoanticorpale Th2 (anti-TPO, anti-Tg) e la risposta umorale, con distruzione progressiva con, a volte, tendenza a formare gozzo.3-5

Tabella 1 Sintesi delle differenze genetico-immunologiche

Caratteristica Hashimoto a lenta evoluzione Hashimoto a rapida evoluzione atrofica
HLA più associati DR5, DR3 DR3, DR15, B8
Autoanticorpi Anti-TPO/Anti-Tg molto elevati Possono essere più bassi o assenti
Geni regolatori CTLA-4 (variabile) CTLA-4, PTPN22 più frequentemente patologici
Risposta immunitaria Prevalenza umorale (anticorpi) riposta Th2 Prevalenza cellulo-mediata (linfociti Th1)
Decorso Lento, a volte con ipertrofia ghiandolare Rapida atrofia, ipotiroidismo precoce

In sintesi, la differenza genetica tra le due forme non è data da un singolo gene, ma da combinazioni di alleli HLA e polimorfismi in geni regolatori dell’immunità.
Nella forma atrofica rapida il peso genetico sembra orientare verso una risposta T-cellulare più aggressiva, mentre nella forma lenta domina la produzione anticorpale, con progressione più graduale. La Tabella 2 riassume le principali differenze genetiche tra le due forme di tiroidite di Hashimoto: quella rapidamente atrofica e quella a lenta progressione.

Tabella 2 Differenze genetiche e immunologiche

Caratteristica Hashimoto a lenta evouzione Hashimoto a rapida evoluzione atrofica
HLA (Complesso Maggiore di Istocompatibilità - MHC II) Associata soprattutto agli alleli HLA DR5 Associata al più forte con HLA-DR3
Geni immuno-regolatori (non-MHC) Presenza di polimorfismi, ma meno marcatamente distinti tra le forme CTLA-4: polimorfismi frequenti, ridotta tolleranza immunologica; PTPN22: variante associata a risposta autoimmune aggressiva
Altri geni associati Coinvolti: FCRL3, FOXE1, IL2RA, ZFAT, thyroglobulina (TG), microRNA (es. miR499A, miR125A) Coinvolti anch’essi, ma meno differenziati tra i fenotipi
Impatto immunologico Dominanza della risposta umorale (anticorpi anti-TPO, anti-Tg), possibile sviluppo progressivo del gozzo e/o resistenza alla regressione volumetrica ghiandolare nel tempo Risposta prevalentemente cellulomediata (linfociti T citotossici) con distruzione follicolare e fibrosi rapida

Inoltre, la forma gozzigena è associata ad HLA DR5, mentre la forma atrofica lo è ad HLA DR3.
Nella tiroidite atrofica, i polimorfismi nel gene CTLA 4 (che hanno un ruolo centrale nell’immunotolleranza) e nel gene PTPN22 (noto fattore di suscettibilità per molte malattie autoimmuni) sono più frequentemente coinvolti e contribuiscono alla suscettibilità generale.
In entrambe le forme di Hashimoto, altri geni implicati includono FCRL3, FOXE1, IL2RA, TG, ZFAT e persino microRNA (come miR499A e miR125A), ma non sono specifici per l’una o l’altra forma. La differente direzione della risposta immunitaria (anticorpale nella forma lenta e cellulomediata in quella atrofica) contribuisce al diverso decorso clinico.
Nella tiroidite di Hashimoto (TH), compresa la forma atrofica e quella a lenta progressività, il profilo citochinico è stato studiato soprattutto in relazione allo shift immunitario verso Th1 e, in minor misura, verso Th17, con riduzione relativa della risposta Th2. Le interleuchine coinvolte possono variare a seconda della fase e del fenotipo clinico. 5,7,8 e 21-24

Tiroidite di Hashimoto variante atrofica

Prevalenza di citochine Th1 e Th17: Questo quadro di dominanza Th1/Th17 (IL-2, IL-12, IL-17, IFN-γ, IL-1β,TNF-α), favorisce la progressiva distruzione e fibrosi della tiroide, con riduzione del volume ghiandolare. 9-11 e 21-24.

Tiroidite di Hashimoto a lenta progressività

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La Tiroidite di Hashimoto a lenta progressività presente un profilo simile, ma con meno marcata espressione Th1/Th17 e una maggiore influenza Th2/Treg (Figura 1) :

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Tabella 3 Confronto delle interleuchine più rilevanti nelle due varianti della tiroidite di Hashimoto

Interleuchina / Citochina Variante Atrofica Variante a Lenta Progressività
IL-2 ↑ Elevata, stimola linfociti T autoreattivi (Th1) Presente ma meno marcata
IL-12 ↑ Aumentata, promuove risposta Th1 Moderata
IL-17 ↑↑ Forte presenza (risposta Th17, fibrosi e distruzione) Bassa o moderata
IL-1β ↑ Contribuisce a infiammazione e apoptosi tireociti Bassa
TNF-α ↑↑ Importante per il danno follicolare e la fibrosi Meno rilevante
IFN-γ (non IL, ma cruciale) ↑↑ Rafforza risposta Th1 e espressione HLA-II Presente ma meno dominante
IL-4 ↓ Ridotta (debole risposta Th2) ↑ Maggiore, contribuisce a rallentare la distruzione
IL-6 Moderata, legata a infiammazione cronica ↑ Presente, associata a lenta progressione
IL-10 Bassa, insufficiente a bloccare l’autoimmunità ↑ Maggiore, con effetto regolatorio parziale

Profilo istologico

La tiroidite cronica atrofica (forma “fibrosa” o “burned-out”) presenta (Tabella 4):

La tiroidite cronica a lenta progressività (“slow-burning”) presenta (Tabella 4):

Tabella 4 Confronto tra tiroidite atrofica e tiroidite cronica a lenta progressività (Hashimoto classica)

Caratteristica istologica Tiroidite atrofica Tiroidite a lenta progressività (Hashimoto classica)
Volume ghiandolare Ridotto (ghiandola piccola, fibrotica) Aumentato (gozzo duro, elastico)
Infiltrato linfocitario Presente, ma meno intenso Abbondante, con centri germinativi
Follicoli tiroidei Atrofici o assenti, sostituiti da fibrosi Presenti ma progressivamente distrutti
Cellule ossifile (Hürthle/Askanazy) Rare o assenti Numerose, metaplasia ossifila tipica
TNF-α ↑↑ Importante per il danno follicolare e la fibrosi Meno rilevante
Fibrosi Diffusa e marcata, sostituisce il parenchima Presente ma moderata, non massiva
Aspetto finale “Ghiandola cicatriziale” “Aspetto linfonodo-like” (per infiltrato con centri germinativi)

Conclusione

La tiroidite di Hashimoto può seguire due principali evoluzioni con differenti implicazioni oncologiche. Nelle forme a lenta evoluzione (“slow-burning”), caratterizzate da voluminoso infiltrato linfocitario, formazione di centri germinativi, nodularità e persistenza dell’attività tireotropinica, si determina un microambiente pro-infiammatorio(aumento stress ossidativo con aumento dei radicali liberi, frammentazione del DNA, mutazioni somatiche etc) favorevole alla trasformazione neoplastica.
In questo contesto risulta aumentato il rischio di carcinoma papillifero della tiroide (PTC), oltre che di linfoma tiroideo primitivo, soprattutto di tipo MALT, come confermato da studi epidemiologici.
Al contrario, le forme atrofiche a rapida evoluzione (“burned-out”), contraddistinte da fibrosi diffusa, riduzione volumetrica e distruzione precoce del parenchima follicolare, presentano un rischio oncologico sensibilmente minore. La perdita del substrato linfoide e l’assenza di nodularità rendono infatti molto meno probabile lo sviluppo di neoplasie, sia differenziate che linfoidi. Queste osservazioni, pur fondate su dati epidemiologici consistenti e su una plausibile interpretazione biologica, non derivano da confronti prospettici diretti fra i due fenotipi. È quindi auspicabile che studi futuri chiariscano e quantifichino con maggiore precisione il diverso profilo di rischio oncologico, così da integrare questa distinzione clinico-patologica nella pratica di stratificazione e follow-up dei pazienti con tiroidite di Hashimoto. 16-20

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