Introduzione
La levotiroxina sodica (LT4) rappresenta la terapia sostitutiva di prima scelta nell’ipotiroidismo. L’efficacia del trattamento dipende in modo critico dall’assorbimento intestinale del farmaco, che a sua volta richiede una corretta dissoluzione gastrica in ambiente acido. L’impiego sempre più diffuso di inibitori di pompa protonica (PPI) — omeprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo, lansoprazolo e altri — ha reso clinicamente rilevante la loro interazione con la levotiroxina, poiché questi farmaci innalzano il pH gastrico e riducono la biodisponibilità della LT4.

1-Meccanismo dell’interazione
I PPI agiscono inibendo irreversibilmente l’enzima H⁺/K⁺-ATPasi delle cellule parietali gastriche. Questa inibizione comporta una marcata e prolungata riduzione della secrezione acida gastrica. Poiché la sintesi di nuove pompe protoniche richiede circa 18–24 ore, l’effetto ipocloridrico si mantiene per tutto il giorno anche dopo una singola somministrazione quotidiana. Di conseguenza, anche se il PPI viene assunto diverse ore dopo la levotiroxina o alla sera, il pH gastrico rimane persistentemente elevato, compromettendo la dissoluzione delle compresse di LT4.
2-Effetto sull’assorbimento della levotiroxina
La levotiroxina viene assorbita nel digiuno e nell’ileo, ma prima deve disciogliersi completamente nello stomaco. In condizioni fisiologiche (pH 1–2), la dissoluzione è rapida e completa. In condizioni di ipocloridria (pH ≥4), il farmaco rimane parzialmente indissolto e raggiunge il tenue in forma non biodisponibile. Studi clinici e farmacocinetici mostrano che l’uso cronico di PPI può determinare una riduzione dell’assorbimento di LT4 fino al 20–40%, un aumento del TSH e la necessità di incrementare la dose per mantenere l’eutiroidismo.
3-L’inutilità del semplice distanziamento temporale
Assumere il PPI 3–4 ore dopo la levotiroxina o spostarlo alla sera non previene l’interferenza. Poiché l’inibizione della pompa protonica è irreversibile e persistente per molte ore, la secrezione acida gastrica non si ripristina in tempo utile per garantire un ambiente favorevole all’assorbimento della LT4 al mattino seguente. La separazione temporale può avere un modesto beneficio, ma non elimina il problema.
4-Implicazioni cliniche
L’interazione si traduce in una ridotta efficacia della terapia tiroidea. Diversi studi clinici hanno evidenziato un incremento dei valori medi di TSH del 15–30% nei pazienti che iniziano un PPI e la necessità di aumentare la dose di LT4 del 10–25% per ripristinare l’eutiroidismo. L’interazione è più rilevante nei pazienti con ipotiroidismo post-chirurgico, in politerapia o con patologie gastriche croniche.
5-Strategie di gestione
Assumere la levotiroxina al mattino a digiuno con un bicchiere d’acqua, almeno 30–60 minuti prima della colazione. Il PPI può essere assunto alla sera o non prima di 4 ore dopo la levotiroxina. Controllare TSH e FT4 dopo 6–8 settimane e, se necessario, aumentare la dose di LT4 del 10–25%. Le formulazioni liquide o in capsule soft-gel hanno un assorbimento indipendente dal pH gastrico e rappresentano la soluzione ideale nei pazienti che assumono PPI.
6-Conclusioni
L’interazione tra levotiroxina e PPI è farmacodinamicamente inevitabile in caso di trattamento cronico, poiché l’ambiente gastrico rimane ipocloridrico per tutta la giornata. Anche rispettando intervalli di somministrazione o assumendo il PPI alla sera, l’assorbimento della levotiroxina in compresse resta ridotto. La gestione ottimale prevede il monitoraggio periodico della funzione tiroidea, l’adeguamento posologico o l’impiego di formulazioni soft gel o liquide.
Bibliografia essenziale
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